lunedì 10 ottobre 2016

Eroica 2016





Non vedevo l'ora di partecipare all'Eroica: oltre 6000 ciclisti "d'epoca" arrivati da tutto il mondo che hanno pedalato nelle splendide terre del Chianti!
Ho coinvolto il mio compagno di merende sportive Andrea Lorenzi che ha avuto la brillante idea di precettare Beppe, l'arzillo padre. Partiamo in camper e ci tuffiamo nel mondo Eroica a Gaiole in Chianti.
Un'organizzazione perfetta, collaudata, con mercatino d'epoca, conferenze, un sacco di manifestazioni collaterali.... da perderci la testa!
Il sabato vola tra le bancherelle e alla ricerca di bontà gastronomiche, la domenica io parto per il lungo alle 5.00 mentre Andrea a Beppe partono con comodo alle 8.00.
Fa impressione vedere tutta sta gente vestita d'epoca con bici che hanno mediamente più di 40anni, come la mia, ma ne ho viste d'inizio 1900!
Il tempo ci grazia, nuvolo fino alle 12 poi il sole ci fa scoprire le bellezze di Toscana.
Foro i tubolari tre volte, scopro che la pompa d'epoca probabilmente funzionava 40anni fa ma ora mi scoppia in mano.
Più volte mi fermo a sgonfiare e riposizionare il tubolare per evitare che la mancanza del mastice mi strappi la valvola.
Perdo più di un'ora e mezzo ma poi trovo l'assistenza che mi mette il "masticione" come chiamano loro il mastice e mi godo gli ultimi 120 km senza altri problemi.
Sinceramente avevo sottovalutato la durezza del percorso: ne avevo fatto una parte 3 settimane prima durante la "mia" 1001miglia ma solo tratti asfaltati.
Ora avevamo, su un totale di 209 km, ca. 100 km di strade bianche e 3700 m di dislivello: devo ammettere che è stata dura, i rapporti lunghi delle bici d'epoca ti uccidono le gambe e le rampe al 13-15% di strada bianca che abbiamo incontratro, non hanno avuto pietà di noi.
I ristori sono stati fantastici: anche i volontari vestiti d'epoca, mi sono fatto un piatto di ribollita e un bicchiere di Chianti ogni 30 km e confesso che ho finito con un po' di "mappazza" nello stomaco.
Mi sono divertito, ringrazio Andrea e Beppe per la splendida compagnia!

venerdì 16 settembre 2016

1001 Miglia - Scusate il ritardo!

Il 16 agosto parto con ca. 400 colleghi di tutto il mondo, per quella che viene definita la più lunga ed estrema randonnée d'Europa nel paese più bello del mondo. E' il mio obiettivo da due anni, è stata la molla che mi ha fatto iniziare questa splendida specialità ciclistica.
La PBP dello scorso anno è stata una tappa d'avvicinamento, bella, in un contesto eccezionale ma io in testa avevo solo la 1001miglia...
Partenza a razzo, come al solito, tanto è notte, in Padania c'è poco da godere al buio, meglio sfruttare il treno per macinare chilometri e arrivare a Lugo (km 405) a metà del giorno successivo per poi affrontare la Sambuca prima di sera.
Questo è stato un errore: sono arrivato a Lugo molto velocemente, troppo, completamente privo d'energie, non riuscivo a mangiare nulla, le gambe si sono semplicemente fermate.
Mi sono dovuto ritirare e questo mi ha fatto penare molto nei giorni successivi: tenevo molto all'Europa Challenge (PBP+1001+LEL+ altra over 1200) e alla neonata Gran Tour d'Italia (1001+999+Alpi4000+Mediterraneo 6+6) ma il fallimento nella 1001miglia ha distrutto entrambi questi obiettivi.
Non riuscivo darmi pace, così ha preso forma l'idea di riprovarci, da solo, senza dire nulla a nessuno (sto diventando sempre più scaramantico...).
Organizzo un gruppo di WhatsApp con i miei famigliari e i miei due presidenti Luca Bonechi e Cecilio Testa, in modo da tenerli informati sulla posizione e quant'altro.
Mi organizzo col lavoro e venerdì 9 settembre alle 05.00 parto. Decido di partire da casa (San Paolo d'Argon - BG) e non da Nerviano, in modo da risparmiare tempo sugli spostamenti e quindi modifico la prima tappa in direzione di Fombio e l'ultima da Castellania: mi costa ca. 25 km in più ma su 1600 non è un problema.
In pianura decido d'impostare un ritmo blando e a Lugo avrò una media di 24 km/h: decisione saggia perché risparmio le forze e godo di quello che non ho visto la scorsa volta.
A Brescello arrivo alle 12.30 e mi fermo al ristorante: questa è stata la svolta della mia avventura. Ho tolto i sali e i carboidrati dalle borracce e gli snack energetici dalla borsa, ma mi sono imposto di fermarmi a fare colazione, pranzo e cena, come Dio comanda! E' stato cibo buono per il mio corpo e la mia mente.
Luca mi suggerisce una visita alla piazza di San Benedetto Po, gli do retta e sotto posto la foto della meraviglia che ho trovato!
Da Colorno a Poggio Rusco, ho trovato un vento in faccia che mi ha fatto veramente penare, per fortuna che poi ho dovuto piegare a sud e quindi me lo sono trovato di fianco: questo è un altro svantaggio del pedalare da soli.
Temperatura sui 35 gradi (al sole chiaramente) ma il vento la mitiga.
Poco a nord di Mirandola vengo bloccato da Luciano Bonetti, un randonneur di Massa Finalese che ha finito la 1001miglia ufficiale e quindi stiamo a raccontarcela una buona mezz'ora a bordo strada: grazie Luciano per la tua passione e le belle parole che hai espresso nei miei confronti!
Il buon Fermo Rigamonti ci aveva detto che faceva fede il road book e non la traccia gps o le eventuali frecce a terra: più volte ho avuto dei dubbi (addirittura in un incrocio in Toscana i tre mi davano tre direzioni diverse) ma, con un po' di buon senso, ne sono venuto fuori.
Arrivo a Lugo verso le 23 e decido di fare ancora qualche chilometro: sono stanco ma in ritardo sulla tabella di marcia.
Dopo Riolo passo davanti a quel muretto dove, tre settimane prima mi ero ritirato: mi fermo e penso che stavolta non mi frega, Marco lo chiude il giro!
Arrivo fino a Palazzuolo sul Senio, ultimo paese prima della salita alla Sambuca: chiaramente non c'è nulla per ospitare un pellegrino e quindi mi sdraio sulla panchina della fermata del bus e mi avvolgo nella coperta d'emergenza. Riesco a dormire tre ore ma la temperatura a 11 gradi mi congela i muscoli.
Riprendo e supero  prima la Sambuca e poi la Consuma: due salite vere e bellissime, sono felice di averle fatte di giorno.
A Chiusi ho deciso di passare la serata al ristorante e la notte in albergo. Anche questa è stata una decisione saggia perché mi ha azzerato tutte le fatiche e il giorno dopo sono ripartito "nuovo".
Comincio ad avere problemi al soprasella: mi si sono formate delle piaghe e quindi decido d'indossare un secondo paio di pantaloncini, funziona abbastanza bene!
Il lago Trasimeno all'alba, Todi e via spedito verso Orvieto ma l'ultima discesa è bloccata da una gara automobilistica in salita: non c'è verso di passare, il poliziotto mi minaccia e così devo fare una deviazione di altri 10 km di cui la metà in salita.
Pappardelle ai porcini e poi avanti verso il lago di Bolsena, il punto più a sud del giro e ca. metà dei chilometri già alle spalle...
Qui inizia sicuramente la parte che mi è piaciuta di più di tutto il giro: la risalita della Toscana, con le tappe di S.Quirico d'Orcia, Castelnuovo Berardenga, Staffoli.
Vengo raggiunto da un temporalone: le prime goccie sembrano gavettoni, in discesa a 50 all'ora tiro dritto ad un tornante e, senza frenare, entro nel cortile di un ristorante spaventando il cane e le galline: chiedo asilo politico e 30 secondi dopo si scatena una grandinata epica. Mezz'ora di pioggia e poi via per la mia strada.
Come si può dimenticare Pitigliano, la città nel tufo, Radicofani, dove Luca mi convince a salire fino in cima la paese fino al ristorante La Grotta dove godo del menù a prezzo speciale riservato ai pellegrini della Francigena: mezzo chilo di pici e un piatto di osso buco da paura.... la signora mi offre pure un posto all'ostello ma voglio proseguire perché la gamba è buona e non ho sonno.
Ora capisco perché dicono che di giorno comandiamo noi e di notte gli animali: senza luna non si vedeva nulla e ad un certo punto ho sentito un rumore e zampe che unghiavano veloci l'asfalto dietro di me. Anche se ero in salita, sono scattato così reattivo che, se avessi avuto Cipollini di fianco, lo asfaltavo!
Poi mi hanno anche attraversato la strada una famiglia di cinghiali e un bel cerbiatto: occhio agli incroci di notte!
Ad un certo punto ero stanco e volevo dormire qualche ora. Faceva freddo, 11 gradi, ma ho trovato un bar che aveva un grosso scambiatore di calore esterno del frigo e quindi mi ci sono sdraiato di fianco e ho dormito tre ore, sempre dentro la mitica coperta di emergenza...
Il mattino passo per Siena, e me la godo con calma, ma non prima di aver fatto un tratto di ca. 3-4 km di strada bianca che, probabilmente, rifarò il 2 ottobre quando prenderò parte all'Eroica.
Nel frattempo a casa tutti stanno facendo il tifo e ricevo messaggi dai miei ragazzi, dalla mia Ross, Beppe, Andrea, Luca, Ceci, Claus e Gigi: sono stati molto d'aiuto, veramente!
Una menzione a parte la merita la tappa numero 13, da Staffoli a Gorfigliano: si tratta della Garfagnana, una zona che non avevo mai visitato. Mi è spiaciuto che, a parte la salita al Passo Colognora, il resto l'ho vissuto di notte e non ho capito nulla! Da rifare di giorno, nel frattempo giudizio sospeso.
Discesa su Aulla: nel mio equipaggiamento mancavano due cose fondamentali che ho dimenticato nella fretta, i gambali e i manicotti.
Sono arrivato ad Aulla che non riuscivo più a frenare dal freddo, tremavo e agognavo un bar ma, alle 4.30 del mattino è difficile e invece... ne trovo uno aperto, avrei voluto baciare la signora ma poi ho pensato che a tutto c'è un limite.... scherzo naturalmente.
Qui è successo un fatto strano: sorseggiavo il mio cappuccino quando ho sentito a fianco a me un rumore di sedie rovesciate. Sono rimasto male quando mi sono accorto che ero stato io: mi sono addormentato e sono volato giù dallo sgabello!
Ho ripreso il cammino per Deiva Marina, bel paesaggio nelle Cinque Terre, percorso impegnativo ma ne è valsa la pena.
La successiva salita al Bracco è stata dura per la temperatura (39°) ma la mangiata al ristorante all'incrocio dell'Aurelia mi ha fatto dimenticare tutto.
La tappa 15 fino a Casella Ligure, è quella che mi è piaciuta meno: le gambe stavano bene ma il sedere no e non riuscivo a pedalare dalle fitte. Ho alleviato il dolore piegando l'antivento tra i due fondelli che indossavo: sembravo un vecchio incontinente ma ha funzionato!
Di notte arrivo a Castellania, alla casa di Fausto e Serse Coppi, riesco a fare una foto e una riflessione nel buio e silenzio più totale e poi cerco di partire per l'ultima tappa, quella customizzata che deve portarmi a casa.
Non ho ancora parlato dei problemi d'energia che ho avuto: non ho la dinamo e quindi tutto era affidato a due power banks. La lampada B&M è una garanzia e ha continuato a far luce senza battere ciglio ma il cellulare e il navigatore dovevano essere caricati ogni 12-14 ore. Approfittavo delle soste nei ristoranti ma non è stato sufficiente: morto prima il cellulare e poi il navi. Per fortuna mi ero fatto una road map, ma il problema è stato che sui colli Tortonesi ci sono pochi cartelli, tutto un su e giù e quindi mi sono fatto una decina di chilometri per nulla prima di trovare la retta via.
Mi fermo a dormire tre ore: il muro ancora tiepido di una vecchia chiesa e la ormai storica coperta d'emergenza, mi hanno protetto.
Poi Voghera, Casteggio - Broni e Stradella i paesi di mia nonna, S.Angelo Lodigiano... arrivato a Lodi la strada la conoscevo ad occhi chiusi... Treviglio, Cologno, Cavernago, Costa di Mezzate e San Paolo d'Argon: a casa ho trovato la mia Ross e il mio piccolone ad aspettarmi, il premio!
Ho impiegato 129 ore e 30 minuti, per 1.642 km, tanto ma non troppo se considero tutto.
Luca Bonechi mi ha detto che sono stato il primo a fare la 1001miglia in solitario e questo mi riempie d'orgoglio!
Ora posso portare fiero la maglietta rossa della manifestazione ed essere orgoglioso di essere un finisher, ufficioso è vero, ma per me sono come uno dei 309 omologati.

Considerazioni finali:
-una Randonnée in solitario non è una Randonnée, è un altro sport: non avere il supporto organizzativo non è un problema per il cibo ma significa che non puoi contare su un posto protetto dove dormire. Non avere i compagni di viaggio significa che non puoi scambiare due parole, che non hai punti di riferimento, che nessuno ti toglie l'aria davanti, che nessuno t'aiuta anche solo con una parola di conforto.
Il lato positivo è che ti godi in libertà tutto quello che vuoi quando vuoi senza alcun tipo di pressione psicologica.
-Energia: se sei da solo e non puoi perdere tempo, non puoi rimanere senza. A questo punto cedo e mi faccio fare la ruota con la dinamo.
-Equipaggiamento: ho sottovalutato lo sbalzo termico (39°-11°) e non avevo i manicotti e gambali, grave errore!
-Cibo: il mio jolly! Mangiate meno robaccia chimica e fermatevi a godere quello che la natura e l'uomo hanno fatto per voi, vi farà perdere molto tempo ma vi darà tanta soddisfazione.
-Sonno: una notte in albergo e tre fuori.... la notte in albergo mi è costata molte ore ma mi ha cancellato veramente la fatica dei due giorni precedenti, le tre fuori sono servite a poco ma, quando pedali e ti accorgi che chiudi gli occhi e li riapri nell'altra corsia o nel campo a lato... probabilmente devi farti delle domande!

Un ringraziamento ai pochi che sapevano e che mi hanno sostenuto e ai tanti che hanno saputo da FB e mi hanno sommerso di complimenti: grazie amici, e vi abbraccio forte. Ciao



















sabato 4 giugno 2016

Coast to Coast

Lo scorso weekend sono andato con Mauro Marsiglio a Nettuno a fare la Coast to Coast, una randonnèe di 640 km da Nettuno a Chieti e ritorno.
Tralascio l'aspetto sportivo (giornata storta, fisicamente ero imbarazzante, 35 gradi, crampi e ritiro a Chieti dopo 340 km e 3000m D+ con conseguente ritorno in treno) comunque l'esperienza è stata molto interessante per diverse cose.
Faccio 60.000 km in auto all'anno ma di strade così piene di buche come nei 100 km da Nettuno a Sperlonga non ne ho mai viste! Ma non buchine... se ci metti la ruota dentro non salti più fuori!
Perchè i romani sono così incivili? Cominciano a suonare ai ciclisti a chilometri di distanza e quando ti superano te ne dicono di tutti i colori... forse perchè i ciclisti della zona sono anche loro romani?
Mi chiedo: perchè una delle zone più belle d'Italia, quella del Circeo, deve avere i bordi delle strade pieni di mucchi di rifiuti?


 
E ora le cose positive: una volta lasciata la costa e il traffico ho scoperto la bellezza dell'Appennino. La valle del Liri, lo scorcio su Avezzano e l'altopiano del Fucino e la discesa notturna fino a Chieti.


















E' il bello delle randonnèe: non hai l'assillo della competizione con gli altri, devi solo "convincere" te stesso ad andare avanti. 
Ti guardi intorno e scopri che vivi nel paese più bello del mondo. I corridori di fianco a te non sono avversari ma compagni d'avventura di cui spesso non ricordi i nomi ma che ritrovi volentieri nelle prossime occasioni.



Ringrazio Mauro per la bella compagnia e l'amico speciale Luigi e Famiglia, che ci ha aspettato all'una di notte lungo la strada, scortati a Chieti, rifocillati e messi a nanna!
Sono queste le cose che val la pena vivere!
Ora vado a fare qualche esame, devo scoprire come mai il mio motore "va a tre".....

lunedì 9 maggio 2016

Triangolo Lariano

8 mag 2016
Questa volta è toccato al triangolo lariano, 200 km con 2600 m D+, in compagnia di Gigi Bonati e Claus Rønning. Giornata spettacolare, migliaia di ciclisti per strada e, purtroppo, anche migliaia di motociclisti. Non ho nulla contro di loro (anch'io ho un 650), ma c'è modo e modo di andare in giro.... e la maggior parte di loro pensava di essere a Le Mans con Valentino...
Comunque ci siamo divertiti alla grande: arrivati a Lecco abbiamo proseguito fino a Onno e poi salitona del Sormano fino al Piano del Tivano, discesa sul ramo comasco e poi via fino a Bellagio. Un panorama mozzafiato: i nostri laghetti alpini sono veramente belli!
Da Bellagio abbiamo preso la salita del Ghisallo, mecca delle due ruote lombarde. In cima un bel panino mi ha rappacificato col lo stomaco e la visita al Museo del Ciclismo mi ha appagato mente e cuore!
Finita la pausa, discesona in Brianza e abbiamo riguadagnato i confini bergamaschi. Stanchi ma soddisfatti, ottima compagnia.... bello tutto!

Croce di Salmen e Passo della Presolana

7 mag 2016
Mi sono fatto un giretto di 143 km e 1900 metri D+ sulle Orobie: lasciate le trafficate Valcalvallina e Valcamonica, sono salito alla Croce di Salmen per poi scendere a Dezzo in Val di Scalve. Ancora uno "strappetto" per arrivare al Passo della Presolana e discesone fino a Rovetta, poi a sinistra in Val Borlezza fino a Sovere e Val Cavallina fino a casa.
Volevo tenere un ritmo rando-tranquillo ma, quando la strada sale a due cifre %, per portare su i miei 90kg devo picchiare sui pedali come un fabbro e collasso miseramente.... comunque ce l'ho fatta!
Il mio programma d'avvicinamento alla 1001miglia continua.... stay tuned!

lunedì 25 aprile 2016

Ritiro al GPI

Una bella partenza, randa piena, 17 nodi in faccia e due metri e mezzo di onda, poi capiamo che è meglio dare una mano alla randa per controllare meglio la barca e, in effetti, poi stringiamo di più e guadagnamo sugli avversari.
Virata verso la Gallinara, si balla di meno ma comunque condizioni "maschie".
Percorse 20 miglia da Genova iniziano i problemi fisici a bordo, probabilmente la colazione rimasta sullo stomaco... teniamo duro un'oretta ma le condizioni psicofisiche dell'equipaggio non migliorano e quindi capisco che non ci si diverte più ed è necessario tornare a Genova.
E' una decisione che non fa piacere, ma è da accettare: andar per mare è una cosa seria e bisogna decidere sempre a favore della sicurezza, specialmente se si è in equipaggio ridotto e senza motore.
Oggi, 25 aprile, decido di non partecipare alla 222 Mini Solo organizzata dal bravissimo Ernesto Moresino: non era in programma ma mi sarebbe piaciuto farla. Penso che le regate in solitario abbiano un fascino particolare, la vera essenza del Mini 650.
La barca non è pronta, non abbiamo tempo per sistemare il pilota e quello di riserva che ho trovato non è montabile all'ultimo momento causa le necessarie modifiche elettriche. Ma poi manca anche la testa e le necessarie motivazioni per fare una cosa del genere: sto investendo il mio tempo su più fronti e mi rendo conto che faccio troppa fatica a star dietro a tutto e rischio di far male le cose a cui tengo di più.
In questo momento mi sento più libero e felice quando sono in groppa alle mie bici e vorrei preparare al meglio i miei prossimi appuntamenti ciclistici.



mercoledì 6 aprile 2016

Gran Premio d'Italia Mini 650


Ciao a tutti,
sabato 9 aprile alle 12.00 parte dallo Yacht Club Italiano di Genova il Gran Premio d’Italia per i Mini 650.
Andrea Lorenzi e Marco Rossi partecipano con 857 Lorenzihub dell’ A.S.D. Ekpleo.
Qui sotto ci sono i links per seguirci e tifare per noi!
Ciao
Percorso e informazioni su http://gpimini650.classemini.it/
Tracking su http://www.sgstracking.com/live/gpi2016.php
Sponsors www.lorenzihub.it e www.protechsas.191.it
Blog di Marco http://marcorossi650.blogspot.it



sabato 26 marzo 2016

Arcipelago 650, un warm up riuscito





857 ha debuttato all'Arcipelago 2016 con i nuovi colori degli sponsors Lorenzihub.it e ProTech.
L'obiettivo era quello di conoscere la barca, sulla quale avevamo fatto solo 7 ore di trasferimento da Porto Ercole a Talamone, portandola all'arrivo senza danni. Direi che abbiamo fatto ben di più: una partenza gagliarda... forse un po' troppo, visto che ci becchiamo un OCS e i 15 minuti di penalità, e poi una bolina fino all'Elba sempre nel gruppo di testa.
Giriamo attorno a nord dell'Elba nella notte di venerdì 18/3 e riusciamo a superare 756, il prototipo di Alberto Bona poco a nord di Fetovaia. Per mezz'ora ci gustiamo il primato assoluto ma poi il vento gira di 20 gradi a nord e il cono d'ombra dell'Elba ci sorprende di fronte a Fetovaia e rimaniamo fermi a guardare le altre barche che ci sfilano un miglio al largo...
Fa parte del gioco! poi ci riprendiamo e concludiamo le 120 miglia in quinta posizione (ne abbiamo persa una per la penalità in partenza).
Va benissimo così: sappiamo che la barca cammina e noi abbiamo tolto un po' di ruggine.
Ora ci prepariamo al Gran Premio d'Italia del 9 Aprile da Genova, oltre 500 miglia intorno alla Corsica e alle isole dell'arcipelago toscano.



Oggi ho coronato un sogno che avevo nel cassetto da anni: chi riconosce questa salita dalle foto capirà...
Un silenzio incredibile, ero solo su quel nastrino d'asfalto....ma al mio fianco Lui pedalava sulla Bianchi con i colori giallo e azzurro della Mercatone e quel sorriso semplice che non dimenticherò mai! Grazie Marco.


domenica 21 febbraio 2016

...è difficile smettere!

Ci sono ricascato, il mio pusher mi ha proposto una nuova avventura che non sono riuscito a rifiutare.
Io e Andrea Lorenzi abbiamo preso l'Argo 857 ex Sideral, appena tornato dalla Guadalupa dopo aver concluso la Minitransat 2015 con Andrea Fornaro.
Mi sento un po' scosso, come un pugile all'angolo che ne ha prese tante... pensavo di starmene "tranquillo" a fare le mie randonnée, giusto quei 10.000 km all'anno in bici, tanto per far girare le gambe e qualche giro sulla Piccola, il mio First 235 che tengo a Iseo... e invece mi ritrovo ancora nel modo Mini 650, la terza barca dopo l'indimenticabile SpeedyG 521 e il meno fortunato Moiteuseul 721.
Ora dobbiamo sistemare di corsa il passaggio e i documenti relativi per essere il 18 marzo a Talamone alla partenza dell'Arcipelago 650. Poi trasferiremo (non so chi lo farà...) la barca a Genova allo YCI per il Gran Premio d'Italia del 9 aprile. Non farò la solitaria di 222 miglia e la Rolex Giraglia: voglio gestire al meglio anche l'avvicinamento alla 1001 miglia e quindi bisogna fare delle scelte.
Quindi questo è il mio programma:
-28 Feb - Randonnée 200 km Girolago da Chiuduno (BG)
-18 Mar - Mini650 - Arcipelago 650 a Talamone
-9 Apr - Mini650 - Gran Premio d'Italia a Genova
-13 Mag - Veleggiata all'Elba con amici
-28 Mag - Randonnée 600 km Coast-to-Coast da Nettuno a Chieti e ritorno
-7 Giu - Randonnée 250 km Tour dell'Ortles da Merano, brevetto permanente
-19 Giu - Sella Ronda Bike Day
-10 Lug - Randonnée 200 km Randonotte da Chiuduno (BG)
-16 Ago - Randonnée 1640 km 1001miglia da Nerviano (MI)
ci sarà da divertirsi!